Nuntio vobis gaudium magnum.
Da martedì riprenderà il Jemellaggio.
Grande successo ebbe nella passata edizione. (qui)
Dunque si replica.
Stesse protagoniste.
Io e lei.
Il martedì, a cadenza settimanale.
La parola, oggetto del post, verrà scelta aprendo una pagina a caso di un libro a caso.
Accorrete numerosi!
sabato 30 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
Ieri ho comprato una nuova tivvù.
Ho letto un libro che avrei potuto scrivere io.
Ma non l'ho scritto e credo che ormai non potrò più scriverlo.
Mi ficco in situazioni da cui non so usciree che mi ricordano ancora di più che falilmento sia la mia vita.
Un fallimento da cui per il momento non riesco ad uscire.
Ho visto in questi giorni tante immagini della guerra e della liberazione.
E solo una cosa mi viene in mente: ODIO.
Io odio quello che è stato fatto al nostro paese.
Odio le persone sorridenti che applaudono all'arrivo degli alleati, mentre fino al giorno prima applaudivano sorridenti al pelato sul balcone.
Odio che tutti pensino che a liberarci siano stati gli alleati, quando non è così.
Odio chi ancora oggi riesce a difendere quei maiali che ci hanno trascinato alla distruzione.
Poi mi guardo intorno e mi cadono le braccia: a nulla è servito.
Ho letto un libro che avrei potuto scrivere io.
Ma non l'ho scritto e credo che ormai non potrò più scriverlo.
Mi ficco in situazioni da cui non so usciree che mi ricordano ancora di più che falilmento sia la mia vita.
Un fallimento da cui per il momento non riesco ad uscire.
Ho visto in questi giorni tante immagini della guerra e della liberazione.
E solo una cosa mi viene in mente: ODIO.
Io odio quello che è stato fatto al nostro paese.
Odio le persone sorridenti che applaudono all'arrivo degli alleati, mentre fino al giorno prima applaudivano sorridenti al pelato sul balcone.
Odio che tutti pensino che a liberarci siano stati gli alleati, quando non è così.
Odio chi ancora oggi riesce a difendere quei maiali che ci hanno trascinato alla distruzione.
Poi mi guardo intorno e mi cadono le braccia: a nulla è servito.
lunedì 18 aprile 2011
LA DOMENICA DELLE SALME
Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento
I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare
-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento
I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare
-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
giovedì 14 aprile 2011
mercoledì 6 aprile 2011
Uh, è un pò che non scrivo.
Bè.
La dieta va. (ma che fatichissima!!!)
La mia amica non va.
L'altra va benissimo.
La mia vita va.
E anche un pochino meglio (ché ho paura a dire di più).
Ho tante idee in testa e non riesco a metterle su carta.
Debbo ritirare fuori il mio quadernetto blu strapieno di scritti poi diventati post.
(sull'altro mio blog, ovviamente)
Ieri ho fatto la "modella da trucco".
Tzè.
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